lunedì 8 agosto 2016

The Cursed Child e ......volano madonne

i punti che mi sono segnata durante la lettura di Cursed Child.
-.-
scusate le parolacce.

  • frasi del film , tipo la scopa con “up” ecc
  • "You can't be Voldemort's child. At least you have a nose" ... cooooosaaaaaa?????? 
  • mi spiegate cosa cazzo c'entra Amos Diggory vecchio che rivuole il figlio? E dov'è Teddy Lupin? Lui non rivorrebbe i suoi genitori? E Erri? Non rivorrebbe Sirius? .-. nonsense dov'è Luna? Agrid? Qualcuno??
  • la strega del carrello è il guardiano del treno e si trasforma in un mostro??????? -.-
  • harry e l'infantilità delle conversazioni fra tutti (specie quella di tenere divisi al e scorpius)
  • pozioni polisucco così a caso
  • il bagno di mirtilla è al SECONDO piano, non al primo. E draco sa perfettamente cosa c'è lì. Leggetevi il Principe Mezzosangue , dio bonino!
  • il ruolo di ron … ridicolo. Perché deve sembrare idiota?
  • COME CAZZO RESPIRANO SOTT'ACQUA??! “like my dad” ovvero con l'algabranchia???? e dove l'hanno presa?????
  • mudblood death camps …. era davvero necessario? -.-
  • “Thank Dumbledore” “ Oh Potter” … esclamazioni ridicole e noiose
  • perché mai Snape dobrebbe aiutarlo a tornare in un mondo dov'è morto? Ed Hermione e Ron morire senz'anima per una cosa così decisa sul momento? Come fanno a credergli e dargli subito così fiducia? Che poi i ragazzi sanno tutto di tutto: di mirtilla nel lago, di chi Hermione ha invitato al ballo, di Ron geloso etc. sembra che abbiano letto i libri della Rowling -.-
  • Snape direbbe davvero che è felice che Albus Severus porti il suo nome??????
  • la mcgranitt è sempre viva e scattante? -.-
  • HARRY NON È MAI STATO ALLA TOMBA DEI GENITORI!!! FIGURIAMOCI SE ZIA PETUNIA CE LO PORTAVA!!!! O________O (ok era una michiata … sennò s'era arrivati per davvero XD)
  • Delphi …................ capelli blu e argentati? Tatuaggio? O_O mary sue un pochino e via, vai
  • cedric era bello … ma via, non è che si deve parlare di lui come se la bellezza fosse la sua unica qualità “my beautyful son” e Ludo Bagman che dice che è bello e Mirtilla pure.... oh fly down
  • mi piacciono i giochi di parole. Mi piace il testo della profezia. Peccato che sia una cagata. Voglio dire … Cedric è tutta questa importanza? Sembra che la storia sia stata costruita a partire dall'idea di questa filastrocca. “the spare” non avrei mai fatto passare Cedric alla storia con questo titolo … anche perché NON passa alla storia. Nessuno lo caga più, dopo che è morto. D:
  • Mavviaaaaaaaaaaa. La figliola di Voldemort ._. MACCHECCAZZO è????? tutta la psicologia di Voldemort va a puttane!!
  • le case di Hogwarts … le CASE. Sant'iddio. Non è una questione di Grifondoro / Serpeverde. Ci sono delle qualità specifiche. Scorpius per esempio, dovrebbe essere Tassorosso. Non ci sono case di serie B, santo cielo!!
  • dove è il cazzo di incanto fidelius??????????????????????????????????????????????
  • continuum spaziotemporale. Non torna nulla. Com'è possibile che Draco eErry siano lì a discutere di dove cercare i figli nel passato? Se loro sono nel passato, il presente non esiste!!!! D:
  • albus e scorpius che si dicono “friends?” “always”. RIDICOLOOOOOOO VYAAAA D:
  • Ron. Sempre Ron .-. dice (con un dialogo infantile) che ce l'ha con Malfoy perché ha detto cose brutte a Hermione. Bu huuuuu .______.
  • ORA VIA NON DICIAMO CAZZATE. BATHILDA BATH HA GLI INGREDIENTI PER LA POZIONE POLISUCCO IN CANTINA, EHHH?? E LA POZIONE POLISUCCO SI FA IN UN BATTER D'OCCHIO! PERCHé NON SERVE UN CICLO LUNARE INTERO, VERO???? E SI PUO' TRASFIGURARE IL VOLTO DI UNA PERSONA COSì A CASO, VEROOOO?????????????????????
  • “and anyway it has to be me” … eh si PERCHè TE SEI ERRI CAZZO POTTER E LA SAGA GIRA INTORNO A TE PER FORZA??? MAVVAFFANCULOOOOOO ma chi l'ha scritta questa roba??? O______O
  • DRAMIONE FANSERVICE???????????????????????? MA STIAMO SCHERZIAMO?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
  • si certo. Perché Bellatrix era palesemente incinta quando Erri & Co sono nella Villa Malfoy. E CERTAMENTE VOLDEMORT NON ERA ALL'ESTERO A CERCARE LA BACCHETTA DI SAMBUCO …... E CERTAMENTE VOLDEMORT HA 60 ANNI E SI METTE A FARE I FIGLIOLI CON BELLATRIX........ E CAZZOMERDONE VOLDEMORT NON FAREBBE MAI FIGLI! MA L'HA LETTI I SUOI LIBRI, LA ROWLING????
  • il buon Rodolphus che accudisce Delphi è priceless XD #ilbuonrodolphus
  • cicatrice che fa male … perché? .-.

giovedì 1 ottobre 2015

Romeo Montecchi scrive alla Monaca di Monza

just nonsense letterario.
è il mio carteggio preferito fra una raccolta di cose simili che ho scritto (e pubblicato su EFP).
spero vi faccia ridere XD
Signora Madre Superiora del Convento,
io voglio scrivere una lettera a voi, che siete una donna magistrale e dall’indubbia fede in Cristo da esserne sua sposa. Voglio confidarvi quel che arde nel petto di un giovane e sperare che la divina luce vi ispiri un consiglio per curare il mio cuore. Ho già fatto parola di questo mio doloroso amore ad un chierico che ha nome frate Lorenzo. Egli prima mi ha consigliato di pensarci bene su, ma io voglio convincerlo a farmi celebrare delle nozze segrete proprio questa notte. Ma lasciate che vi parli, prima, di quel che è la mia più immensa premura: Giulietta Capuleti.
La mia passione per lei è nata da una manciata di ore, eppure, Signora Monaca, io sento che non esiste niente di più forte. Avevo amato, o creduto scioccamente d’amare, prima di lei, un’altra fanciulla. Ed ero pazzo e la mia vista e il mio cuore erano offuscati dall’ossessione che celava la verità: io non l’amavo. Ed è stata Giulietta a farmelo capire. È bastata qualche parola ad una festa proibita per far accendere in noi una tale passione da poterne quasi morire.
Non so, Signora, quanto mi sia lecito parlarle della passione amorosa che in me s’è accesa con tutta la sua prodezza. Eppure ho bisogno dei suoi consigli, sapere che cosa ne pensa una diletta donna di Chiesa di questa situazione, avere la certezza che le nozze immediate siano la giusta soluzione.
Io sento nel mio petto un fuoco che non ha eguali e che potrebbe essere paragonato al Sole stesso, se solo avessi la prodezza di giurarlo. Ma temo che il Sole si offenderebbe se sapesse di essere uguagliato nella sua arsura da un misero sentimento che risiede dentro una persona minuscola, al suo confronto.
Signora buona e saggia, la sua parola sarà per me legge.
La ringrazio infinitamente della sua preziosa e devota attenzione.
Romeo Montecchi
 
**

Caro Romeo Montecchi,
ammazzatevi entrambi.
Cordialmente,
Suor Gertrude, Madre Superiora

venerdì 22 maggio 2015

Notre-Dame de Paris,musical. ITALIANO vs FRANCESE (parte 1)

Oh miei dei tutti … assistetemi in questa recensione, che vuole anche essere una sfida fra le due versioni di testa del più bel musical esistente: Notre-Dame de Paris.
Lo scontro è ovviamente fra quella francese e quella italiana.
Incomincio con alcune premesse – che ritengo d’obbligo, visto che potrebbero condizionare le mie impressioni – :
In primis io AMO il romanzo di Victor Hugo. Potrei dilungarmi qui in una forsennata opera di saggistica comparativa, secondo la quale si scoprirebbe che anche il tanto amato cartone della Disney (Il Gobbo di Notre-Dame) non è tutta la meraviglia che fanno credere …. Ma non lo farò o rischio di diventare isterica già da adesso. E voi non volete che io diventi isterica. E neanch’io lo voglio, dai, … è la mia prima recensione!
Seconda precisazione importante: vengo da anni e anni di amore per la sola versione italiana. Non avevo mai visto la francese in maniera integrale. Per pigrizia, comodità e un bel pizzico di ipocrisia, da quei due o tre spezzoni che avevo visto della versione originale, mi permettevo di dire che “non mi piaceva”.
Un bel giorno ho deciso che dovevo smetterla di fingere che la versione nella mia lingua fosse l’unica e la migliore, così mi sono messa davanti allo schermo, e ho affrontato la realtà.
Mi ringrazierò all’infinito per averlo fatto.
Cosa mi stavo perdendo!!
Sarò sincera e ammetto che ho apprezzato la novità soltanto a una seconda visione, perché alla prima dovevo abituarmi ad alcune cosette, che poi vi spiegherò.
Quindi, signore e signori, questo è il big scontro: Notre-Dame de Paris il musical. VERSIONE ITALIANA vs VERSIONE FRANCESE.

Quello che pare subito chiaro è che la versione italiana è volta alla perfezione tecnica ed esecutiva dello spettacolo, che risulta infatti magistrale, mentre la francese punta il suo focus sulla carica emotiva (e ci riesce dibbrutto, dannazione!).
Detto questo, credo si possa passare a una sorta di face-to-face ed analizzare un paio di punti salienti del musical:
1)         TESTI DELLE CANZONI: Beh, inutile mentire. I testi sono scritti per essere in francese e si sente. Per carità, amo ogni singola parola dei testi italiani e anzi, mi meravigliavo di come nella nostra lingua si sia mantenuta una notevole fedeltà rispetto all’originale. È la stessa sensazione che si ha quando si ascoltano le canzoni Disney delle versioni italiane e poi vai a sentire l’originale. Tutta un’altra storia. Niente da fare, punto alla versione francese e chapeau, perché ci sono frasi da far piangere e sbudellare tutta l’anima. (si, era un’immagine truce, ma mi sembrava efficace)
2)         TRUCCO E COSTUMI: credo che il punto qui vada ai nostri, invece. Sono molto simili, ma basti pensare alla tendina-rosa-a-chiazze-che-sembra-sudata che indossa la Fleur-de-Lys francese e immediatamente do il voto alla versione italiana. Mi piace com’è vestito Pierre però (e te pareva #lafissadipierregringoire).

Sistemate ora le generalità, addentriamoci nelle specificità. Voglio recensire con un estenuante commento a cuore libero, quindi mettiamoci l’animo in pace e commentiamo passo passo lo svolgimento dei due musical.
Una follia? lo vedremo!
Per comodità, partirò come base a osservare la comedie francese e la confronterò con la versione italiana (ma nulla vieta un sano switch). In pratica voglio avvisarvi che si, lo so che lo spettacolo in francese è precedente a quello nell’Arena di Verona, ma che mi comporterò come se fosse l’esatto contrario, visto che ho fangherlizzato per anni solo e soltanto sul musical in italiano.

Bene, eccoci qui: schermo intero, cuffie, e un bell’inizio stiloso, con la bellissima Overdure. Già sono emozionata! È come in italiano! Siamo stati bravi a mantenerla così!
Parte Le Temps des Chatedrales e fin qui tutto normale: come già detto, si sente che i testi sono nati per essere in francese e la musica ci calza a pennello, come se parole e strumenti fossero cuciti sulla stessa corda.
Mi piace lo stile quasi spossato e distratto di Bruno e ooh ma quanto è ipnotizzante la plasticità della sua faccia: quando dice “anonimes” e porta il mento in avanti mi fa impazzire! (Ora lo rimetto in loop per ancora dieci secondi).
Bella, bellissima, meravigliosa prima canzone introduttiva. La trovo molto più emozionale de Il Tempo delle Cattedrali, ma non per le parole, quanto per l’animo con cui è cantata.
Matteo Setti (un grandissimo signor Gringoire!) dà molta energia in questo pezzo, anche troppa. Mi fa quasi l’effetto di uno che ha già svelato i suoi segreti al cominciare dell’opera, mentre Bruno lascia uno spiraglio di mistero attorno alla sua bravura.
Sto vaneggiando?
Andiamo avanti e sorvoliamo il papiro che mi verrebbe da scrivere sul ruolo del personaggio di Gringoire nel musical, così diverso da quello del libro (aaargh! L’ho detto!).
Eccoci dunque a Les Sans-papiers, nostra I Clandestini.
Arrivano gli zingari!
Arrivano gli zingari!
Sono emozionatissima! Marco Guerzoni è così espressivo, quando si alza, così comunicativo!
Oh…
È lui Clopin?
Confesso che appena ho visto la faccia del Clopin francese (non ricordo il nome, non ho voglia di andarlo a cercare, scusate!) ho urlato il più grosso WTF?! della storia. Poi però mi sono ricreduta, perché ho percepito nella sua voce e nelle sue espressioni un’energia non indifferente.
Wow, mi dico, mi piace anche lui. Non è gnocco da paura come era Guerzoni, ma cavoli! È proprio bravo!
Nel mio immaginario, non so  perché, Guerzoni somiglia più a uno zingaro (nonostante io sia quasi certa di non aver mai visto uno zingaro uomo) rispetto a questo giovinotto francese.
Ah ma guarda un po’, facciamo la prima conoscenza di Frollo.
Già da questa sua fugace apparizione, capisco che non c’è paragone: Daniel Lavoie, ti amo già. Che sguardo espressivo! Che presenza drammatica! In mezzo secondo di apparizione mi ha già fatto capire che il suo personaggio ha un’interiorità vastissima e travagliata.
Nella versione italiana, perdonatemi, Matteucci arriva e saluta con un “bellabbestia, bimbi!!” e poi se ne va.
Andiamo diretti verso Bohémienne o Zingara, perché sono curiosissima di conoscere Esmeralda e vedere come sbuca balland…. Ohè! Ma è lei quella lì per mano a Colpin? O Phoebus, ma cosa fai? Ma sei impazzito? Ma che si rapisce una ragazzina così?! Oh! Ma badatelo! L’ha presa di forza! Ma che non c’è più religione da queste parti?!
Lei si sgancia dalla presa del bel (?) capitano e credo tenga in mano un teatralmente invisibile coltellino svizzero. L’inquadratura ritorna su Phoebus e … PUAHAHAHA! Ma cos’è quella faccia?! La rape face del secolo!
Phoebus! Mi raccomando!! Cominciamo bene!
Insomma … dopo questa scena che mi ha lasciata un po’ perplessa (preferisco di gran lunga lo scambio di spintoni Phoebus-Clopin che c’è nella versione italiana. Mamma mia come funziona bene!!) abbiamo la famigerata presentazione della protagonista.
Oddio, ammetto che Hélène mi è subito parsa più bella di Lola (per quanto entrambe siano ben lontane dall’Esmeralda di Hugo … ma lasciamo perdere di nuovo, che mi parte il papiro, sennò!), però l’atteggiamento è tutto sbagliato!
Qui lei pare una sorta di Jessica Rabbit, primadonna, super figa, che se la tira e fa la misteriosa.
Lola aveva l’energia giusta! Una vera manifestazione della voglia di vivere e della gioia di una ragazzina di quindici anni!
No, Esmeralda, non mi sei piaciuta. Non hai nemmeno le movenze adatte, non balli, non corri e … maccoss? … PUAHAHAHAHAH!
Ma cos’è?? Ma. Cosa. È???!!
Rotolo! Ma forte!
Siamo solo alla terza canzone e già mi son fatta le due grasse risate della vita!
Ma cosa … ma cosa fai?!
Perché Clopin fa il fenomeno da baraccone, spuntando da dietro e agitando le mani come se fossimo a un concerto rap? Ma sta tipo aizzando la folla?!
Smettila ti prego! Vuoi che muoro?!
* risate incontenibili per circa mezz’ora, che impediscono la visione di quel ridicolo tentativo di Clopin di leggere la mano di Esmeralda. Plis. Nodai. *
Sorvoliamo Esmeralda tu sais in cui non c’è dialogo, ma solo Clopin a cantare … e non m’è piaciuta particolarmente.

Con Ces Diamants-là si introduce il personaggio di Fleur-de-Lys.
Non riesco a non amarla. Ma com’è adorabile?
Nella versione italiana aveva un’aria schizzinosa e vanitosa che la rendeva immediatamente antipatica. Qui è una cucciolina, tenerissima (con addosso un’orribile tendina rosa a chiazze che sembra sudata, ma vabbé) e con una vocina meravigliosa.
Nel musical italiano li avrei presi a menate nel muso entrambi, qui invece darei un bel ceffone solo a Phoebus.  
Parliamo un attimino di lui: fisicamente nessun attore dei due musical somiglia al Phoebus biondo con i baffi del romanzo, però credo di preferire l’aspetto di quello francese (che più lo guardo, più mi somiglia a Fabio Fazio).
Il nostro ha un’aria a “mi sento superiore” che ci sta moltissimo, però è un po’ troppo regale, mentre quello francese è proprio un “via, che bello, una zingara bona che me la dà” (cosa che direbbe il vero Phoebus, d’altra parte).
Musicalmente (e ovviamente per il testo) questa canzone è meravigliosa. Quello stacchetto musicale ignorato in italiano è veramente bello e dà un tocco molto medievale alla vicenda. Forse Cocciante l’ha tolto per snellire un po’ il tutto (come ha fatto con altre canzoni, vedasi il Papa dei Folli, Le porte di Parigi … etc), ma secondo me è una vera perdita!
Insomma, fra trippole e trappole siam giunti a La Fête Des Fous. Potevo benissimo non essermi accorta che fosse cominciata, perché nel tempo che ci mette la musica a ingranare, facevo in tempo a scendere al bar e ordinarmi un caffè.
Qui lo snellimento è stato davvero funzionale; anzi, più che altro l’ottimizzazione dei tempi.
Ma quanto cavolo è potente quell’organo che parte, in italiano, così dal nulla e ti fa sobbalzare? Viva la festa dei folli! Punto per noi italiani.
Matteo Setti è il vero boss, con questa canzone. Credo di avere appena scoperto che Matteo è un ottimo Gringoire nelle scene “dinamiche”, mentre Bruno è la perfezione per i momenti misteriosi e intriganti.
Fa capolino qui un tenerissimo Quasimodo.
C’è una differenza sostanziale fra Garou e Giò di Tonno (anche se cominciano tutti e due per G) (lol, ma che cazzata ho detto?), ossia che il primo ha dato un animo dolce e tenero al caro vecchio gobbo, mentre quello di Giò è più asettico (per quanto quel genio di cantante possa esserlo! Mamma mia, mi sembra di dire cose così brutte … la verità è che sono tutti degli interpreti bravissimi e io sto cercando troppo il pelo nell’uovo!).
Facciamo la conoscenza del povero Quasimodo con Le Pape des Fous, canzone molto più snella e scorrevole in italiano, ma dal testo tremendamente toccante in francese (per favore: ma chi ha deciso di usare quella corona? È ovvio che in uno spettacolo teatrale non si vede, quel pidocchio di corona!).
Ottima l’esecuzione di entrambi gli interpeti, anche se ribadisco la chiave tenera e disperata di Garou e la magistrale immedesimazione di Giò.
Stesso animo anche per L’Enfant Trouvé. Mi piaceva quel barlume di affetto di Frollo (quella sottospecie di carezza che c’è in italiano), è un peccato che non l’abbiano fatto anche nell’originale. Daniel lo sto amando sempre di più e mi sta gettando Vittorio giù negli abissi (come diavolo c’è riuscito, lo sa solo lui!).
Continuo a non capire se Hélène si è accorta di essere sul palcoscenico o no, in tutto questo.
Ed eccoci a una delle mie canzoni preferite: Les Portes de Paris.
Trovo la versione francese davvero troppo lunga, così che fa quasi perdere il phatos misterioso (ma tranquilli! Bruno riesce a trattenere la nostra attenzione con un qualche incantesimo della sua voce).
Adoro quel “la nuit” detto in lieve falsetto (ho detto bene?), mentre in italiano non è reso per nulla.
La risatina finale è … boh … meravigliosa. Perfetta. Intrigante.
Tutta questa canzone lo è. Complimenti per chi l’ha scritta e per chi l’ha interpretata. Un’atmosfera davvero particolare.
Non ho voglia di scrivere il lungo titolo della canzone in cui Esmeralda fugge da un Quasimodo in carica (un inseguimento piuttosto divertente, debbo ammettere).
Andiamo dritti verso La Cur des Miracles.
Ora, il signor Luck (si, sono andata a cercarmelo) deve avere un potere simile a Sansone, o qualcosa del genere: quando ha i capelli sciolti è un gran bel pezzo di manzo (leggasi gnocco), potente, arrabbiato, grintoso, e boh, la vita tutta; quando li ha legati, si trasforma in un personaggino buffo, quasi comico, un po’ ridicolo e impacciato (è solo la mia impressione, siete liberissimi di discordare, anzi, meglio se non condividete quest’idea!).
In questa canzone, non solo lo abbiamo versione capelli-sciolti, ma ci è donato in cima a una trave traballante, sarcastico, arrabbiato e molto molto a suo agio.
Quello che rende la versione francese neanche lontanamente comparabile a quella italiana (che risulta un po’ fiacca), per questo pezzo, è proprio il feeling che c’è fra Clopin e la sua postazione.
Marco Guerzoni, benedetto ragazzo, bello come il sole, espressivo e tutto il resto, pare poco fiducioso di quell’asta metallica. Non ci si sente molto in sintonia e lo vedo che vorrebbe essere giù con i ballerini a saltare e spaccare i culi.
Luck, invece, pare nel suo habitat naturale. Lui, su quel micro spazio che gli è concesso, ci balla, ci salta, ci si sdraia, ci fa le acrobazie e se ne strafrega della paura di cadere. Lui è un tutt’uno con quella trave, e dà proprio l’idea di sentirsi il re dei gitani.
Non riesco a trovare le parole per descrivere la meraviglia di questa canzone, e la carica di energia che trasmette; vi dico solo che è diventata una delle mie preferite, immediatamente.

Con le canzoni che seguono, ossia Le Mot Phoebus e Beau Comme le Soleil si delinea la personalità infantile di Esmeralda, innamorata del bell’ufficiale con un nome che promette bene (?). Si approfondisce anche il personaggio di Pierre, che viene friendzonato all’istante nonostante avesse fatto la dichiarazione più poetica dell’universo conosciuto.
Insomma, se sia Bruno che Matteo danno un’ottima interpretazione dei sentimenti di questo poeta ascetico (innegabile però che c’è molta più complicità scenica fra Matteo e Lola!), Hélène resta una Jessica Rabbit apatica e un po’ buffa nel tentativo di sembrare una bambina.
Non è adatto a lei un testo un po’ capriccioso e fanciullesco, come si trova in queste due canzoni.
Lola invece, in Bello Come il Sole, dà proprio l’idea della ragazzina innamorata, con il desiderio quasi prepotente e platonico di poter definire l’affascinante cavaliere “il suo uomo”.
Morale della favola? Sto tifando per Fleur-de-Lys. E io non avevo mai tifato per Fleur-De-Lys!
Non so se è la versione che ho io oppure se è proprio una scelta di montaggio presente in tutti i dvd … ma a me, alla fine di Beau Comme le Soleil appare il mega faccione di Phoebus con l’espressione da pesce lesso più lesso di sempre. Non voglio chiedermi di chi sia la colpa, ma, bimbi … è raccapricciante (e il problema non si presenta solo qui, come dirò più avanti, se me ne ricordo).
Tocca proprio a Phoebus, ora, con Déchiré, porsi il dilemma (inesistente nel libro … BASTA! Mi fermo! Giuro!) della scelta della pulzella. Da una parte una Esmeralda super gnocca, primadonna, sciocca, elegante e raffinata (lo stereotipo della zingara, insomma), dall’altra una damigella innocente, carinissima (malvestita) che pare molto più in grado di giudicare il suo promesso sposo per quel che è.
Boh, non so. Sarà che proprio la canzone non mi convince più di tanto. Nella versione italiana, almeno, avevamo delle bellissime masse muscolari che si contorcevano dietro il pallido figurino di Phoebus. Credo che la coreografia italiana faccia un po’ di differenza, qui.
Comunque, lasciamo Fabio Fazio (che, mi sa, era un po’ assonnato) ai suoi problemi inutili e parliamo di una cosa seria.
OH.
Eccolo!
Di nuovo!
Ecco il fermo immagine!
Perché c’è un omino mezzo pelato in una posa imbarazzante, in mezzo a Frollo e Gringoire?!
Lèvati, omino, lèvati! Fammi assistere a questa scena meravigliosa!
Vi prego, perdonatemi questa divagazione libresca un’altra volta soltanto: se avete letto il romanzo, questa parte è veramente divertente.
Claude Frollo interroga un innocentissimo Pierre Gringoire, colto da un tremendo attacco di gelosia.
Quando ho visto come Matteucci e Setti hanno reso la cosa, mi sono detta: “mah, peccato! Era una scena così divertente, qui è resa solo in maniera teatrale”.
Ma … ta-taaan! Arriva il miracolo del musical francese: ma come gliele dice dietro, Frollo! Ahahahah, e Gringoire che gli risponde tutto gasato! Ahahahah bravissimi! Una complicità ottima!
Parentesi nella parentesi: ho cercato di documentarmi, ma ancora non ho capito perché i francesi abbiano “Anarkia” invece di “Ananke”. Cavolo, c’è differenza fra “anarchia” e “fatalità”. Sono confusa …

Si arriva adesso a quella canzone che tutti si aspettano, il simbolo stesso del musical di ogni nazionalità: Belle.
Non so bene perché questa canzone sia così amata. Non fraintendetemi, la amo da morire, è meravigliosa, è una delle mie preferite, è fantastica! Solo che per me c’è una specie di “legame affettivo” : è stata la prima che ho imparato, quando ero una bimbetta, perché con una mia cara amica ci eravamo fissate e la cantavamo in loop.
Probabilmente è così popolare perché fa un po’ da copertina a tutta l’opera: Esmeralda, bellissima, di cui tutti sono innamorati. Fine.
Ci può stare, però boh, ci sono forse canzoni più significative (ma ora che voglio scriverle non mi vengono in mente …. Ok, Belle ha vinto).
Dalle tre dichiarazioni d’amore, vengono fuori alcune considerazioni:
Quasimono è un tenerello, povero bambino. Garou è stato formidabile a dargli un’interpretazione così dolce.
Phoebus è il solito deficiente che, maremma impestata, vado lì e gli tiro un ficcone fra moccio e bava.
Ma chi emerge, che ancora ha lasciato intendere una vastità infinita, ma non si è svelato del tutto? È il nostro Frollo!
Daniel Lavoie deve essere una specie di divinità dell’interpretazione e dell’immedesimazione. Quello non è Daniel Lavoie. Quello è Claude Frollo.  Come possa un performer riuscire a  impostare la luce dello sguardo, così da rendere fedelmente l’interiorità di un personaggio come Frollo, per me è inconcepibile.
Ed è proprio su di lui che vorrei incentrare il mio focus, adesso, facendo un piccolo salto per arrivare direttamente a Tu Vas Me Détruire.
Già mi sono salite le lacrime agli occhi quando l’ho visto spuntare da quel balcone illuminato da candele, durante Ave Maria Païen.
Claude Frollo è il personaggio preferito da quasi tutti, solitamente (il mio è Pierre Gringoire e lo sarà per sempre! Quindi sono abbastanza neutrale nel giudizio).
Secondo me i performer, italiano e francese, lo hanno interpretato in due modi totalmente differenti:
Matteucci è un frollo austero e granitico. Anche quando canta Un prete innamorato o mi distruggerai , porta sempre con se quella statuaria distanza che lo fa somigliare a una chimera di pietra della cattedrale. È un uomo con valori e ideali fermi e irremovibili, dove Esmeralda rappresenta una falla irreparabile.
Il Frollo francese è forse più simile a quello del libro (ops): giovane ma col portamento da vecchio, il rimpianto e l’invidia verso le sue passioni non vissute e tutti quelli che invece possono essere liberi. È un Frollo passionale e disperato.
Amo alla follia (ma veramente tanto!) quella gestualità di Daniel: alza le sopracciglia, poi si incurva tutto su sé stesso e si sfrega le mani. È di una resa pazzesca.
Chapeau per quell’occhiata colpevole, mentre lei si lava nell’acquasantiera (e ci infila un piede con la grazia di un elefante).
Commentiamo Le Val d’Amour : devo dire che quel pannello nero, alzato solo quel che basta per vedere le gambe delle donne, è veramente scenico. A prescindere dal fatto che piaccia o meno (per esempio, a me piace di più senza), si deve ammettere che è una vera botta di scenografia!
Mi piace moltissimo quando gli uomini scivolano fuori da quello spazio.
Sembra quasi un rettangolino della censura … solo che è la parte “da censurare”, l’unica che viene mostrata. Molto d’effetto, ripeto.
Proseguiamo, ignorando Gringoire che si atteggia a reginetta del bordello, ed arriviamo alla chiusura del primo atto, con La Volupté e Fatalité (no, non sto enunciando i principi della repubblica francese) .
Esmeralda, per piacere, posa quel coltellino svizzero, che te l’ho già detto: non si vede.
E qualcuno dia a Phoebus una bussola … ha l’aria un po’ persa.
Ah, nella versione italiana c’è una line che mi ha sempre fatto schiantare dalle risate (anche se non si dovrebbe ridere, in quel momento, forse): Esmeralda dice “io ti amerò fino a perdere la mia vita!”. Ecco, io vorrei solo dirle: “esatto!”.
Breve intervallo e poi attacchiamo con il secondo atto.
Potete andare a prendere i popcorn al bar qui accanto.

**